Un Soldo Per Una Storia Antica

PENSIERI AL DI QUA DEL BANCO

Arriviamo in Piazza della Repubblica già vestiti da Speranzo, Elda e Carmela, ci avviciniamo al cerchio di artisti che si sta man mano formando davanti al mercato coperto del pesce. Ci dà sicurezza la sensazione di giocare in casa: conosciamo bene Porta Palazzo, nel quartiere siamo nati e cresciuti come Compagnia. È tuttavia innegabilmente presente anche una buona quota di agitazione, mancano meno di due ore all’inizio dell’evento e nessuno di noi si è mai cimentato in una performance del genere. Posiamo a terra le valigie, le ceste, gli zaini con le le sciarpe e i cappelli, i nostri oggetti di scena. Scorgiamo alcuni visi familiari, visti alle riunioni di programmazione del Mercato. Salutiamo le vecchie conoscenze. Siamo un po’ agitati, parliamo con gli altri artisti che abbiamo vicino a noi nel cerchio.
Facciamo un’altra prova di memoria.
Federico ha già chiamato il 23?
Le luci le abbiamo prese?
23!

  1. Raccogliamo tutti gli oggetti di scena e attraversiamo il quadrante dei vestiti, che è già diventato parcheggio per le auto. Arriviamo all’ortofrutta, dove ci sono i banchi montati, alcuni già allestiti dai poeti chiamati alle precedenti assegnazioni. Il nostro banco è grande ed è separato da un piccolo corridoio da quello davanti, ancora senza il suo artista occupante. Certo che fa impressione vederlo vuoto, sembra gigante. Cominciamo a tirare fuori e a stendere i teli neri che ci servono per allestire la scena. Ci aiutano a finire di montare il banco e annodiamo le lampadine sul palo di ferro che sostiene il tendone. Qualche spettatore, nel frattempo, è già arrivato e comincia a guardare con curiosità. Buonasera! Riconosce le luci? Le ho comprate da lei in via Priocca! Disponiamo i guanti, le sciarpe, i cappelli, le arance e i limoni, la tenda verde, il pane. Arrivano anche i nostri dirimpettai, ci presentiamo e scopriamo che sono anche loro attori,
    Lorenzo e Fabio.
    Tutto è pronto.
    Ma quando posso iniziare?
    Si deve raccogliere più gente?
    Nei banchi a destra e a sinistra hanno già iniziato…

TENDE! TENDE VERDI PER DUE SOLDI!
UN SOLDO PER UNA STORIA ANTICA!
Si comincia. Davanti a noi, alcuni amici sono arrivati a sostenerci: sono i ragazzi e le ragazze di YEPP Porta Palazzo. Arrivano altre persone, intorno al nostro banco si raccoglie sempre più gente, fino a creare un cerchio che raggiunge le nostre spalle. Anche chi arriva a rappresentazione inoltrata si sofferma, ascolta, ride, e resta fino alla fine ad applaudire.
Ma quante persone si sono fermate? Fino alla fine, poi!
Ho sbagliato un sacco di attacchi!
Dobbiamo spingere di più con la voce alla prossima replica.
È stato semplicemente bellissimo. E lo è stato. Sembrava davvero di trovarsi al mercato di Porta Palazzo, nel vociare dei mercanti, nello stridere delle rotaie che preannuncia l’arrivo del 4, nel brusio del passaggio di volti sempre nuovi, e allo stesso tempo era surreale, perché sui banchi attorno non vi erano fragole e zucchine, ma fogli, libri, strumenti musicali, carte e bicchieri di vino. Alcuni degli spettatori vengono a parlarci e a ringraziarci, ci raccontano di quanto abbiano risuonato, in loro, le storie antiche dei migranti a noi più vicini: i nostri genitori, nonni e prozii. Anche i nostri vicini di banco, Lorenzo e Fabio, ci fanno i complimenti, hanno aspettato che finissimo noi per cominciare il loro pezzo e non accavallare le voci; li ringraziamo emozionati, li ascoltiamo e ci uniamo al pubblico per applaudirli con un grande sorriso. Replichiamo altre due volte. Una ragazza tra il pubblico si mette a cantare assieme a noi. La gente è sempre di più, e noi siamo sempre più stanchi e felici. Chiacchieriamo ancora coi presenti, scambiamo i contatti, smontiamo il banco, puliamo attorno e lasciamo un biglietto da parte della Compagnia di Palazzo per ringraziare i montatori e i mercatari che qualche ora dopo avrebbero cominciato a lavorare. Ci cambiamo e ritorniamo Matteo, Nadia e Serena, parliamo di cosa avremmo potuto migliorare proiettandoci già nell’evento futuro. Riflettiamo su ciò che non ha funzionato in un format tanto particolare come quello del Mercato dei poeti, e su cosa è andato oltre le più rosee aspettative. Mi fa ridere il fatto che sia iniziato tutto sostanzialmente per caso, da quell’incontro fortuito
al Margot con Federico e Anna…
E alla fine guarda che cosa si è creato.
Ci sentiamo molto grati.

Il Mercato dei Poeti è stata una grande occasione per sperimentarsi artisticamente in una maniera non convenzionale, interagire con tanti altri artisti, e per essere, al contempo, una presenza attiva in un quartiere che, in questo particolare anno, sta affrontando tanti cambiamenti. Siamo consapevoli del fatto che ci siano diversi aspetti da migliorare, ma sappiamo con certezza che il Mercato debba e possa essere una risorsa potente e preziosa per la manifestazione stabile di un presidio positivo in Porta Palazzo. Non mancheremo alla seconda puntata!

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