Francesco Zuccarello

THE COLLECTIVE LOOP

Il Collective Loop è un loop collettivo realizzato con l’ausilio di una loop station, una voce, e basta. Il restante che sentirete sono le voci, i suoni e le emozioni dei passanti che si sono prestati a partecipare all’esperimento.

Il risultato è un mix di 14 minuti di musica elettronica, post-prodotta e mixata dal Mobius Project. ASCOLTATE LA TRACCIA QUI


https://soundcloud.com/frackmusic/collective-loop-mercato-dei-poeti

Quando Rasid mi chiese di partecipare al Mercato dei Poeti, spiegandomi con cura l’utilizzo dei banchi come forma d’arte, un’immagine mi si fissò in testa.

Era il 2014 e con un amico produttore in una Warehouse artistica nel quartiere di Hackney Wick a Londra ebbi un alquanto delirante discorso su come registrare tutte le persone collettivamente, metterle in un loop, e da lì realizzare una traccia audio.

Naturalmente la mia natura mi impone di seguire qualsiasi idea malsana il mio cervello elabora, e sempre naturalmente proposi allora a Rasid la mia idea di Loop Collettivo.

Il primo, che io abbia mai realizzato.

Ebbene, le domande erano molteplici: avevo già realizzato delle sinfonie collettive, ma erano tutte scritte su degli spartiti e immesse in un programma per arrangiamenti musicali, e avevo già realizzato dei duetti con la mia fedele Rc505 (Betty per gli amici), ma una sessione di due ore con tutte le voci del mercato era un’impresa folle. Perciò lo presi come un esperimento sociale: io ci provo, e vediamo un po’ che succede.

Arrivai al giorno dell’evento con due paia di cuffie, la mia loop station, e un paio di oggetti rimediati a caso in casa. Dopo aver montato il banco, mi misi a montare l’attrezzatura e poggiai solo una luce a illuminare la zona dove i passanti avrebbero potuto mettersi le cuffie in testa e suonare. In inglese il termine suonare viene indicato come “play the music” ovvero letteralmente “giocare la musica”. Per quanto brutta sia questa frase in italiano, il fascino del concetto sta che la musica è un linguaggio che esprimiamo in maniera del tutto naturale, come un gioco. E questo mi aspettavo dai passanti, ma come attirarli da me se ho solo delle cuffie?

Non feci in tempo a montare che arrivò la risposta: due ragazzi mi chiesero cosa stessi facendo, e uno dei due una volta messe le cuffie iniziò a cantare. Come un’onda, i passanti si avvicinarono incuriositi per capire come fosse possibile che ci fossero delle persone che ballavano, urlavano, ridevano e cantavano di fronte ad un banco totalmente silenzioso.

Raccontare cosa provai è difficile da spiegare: il collegamento da cuffia a cuffia era come una bolla intima e profonda con il partecipante, che lì si sfogava esprimendosi in ogni forma. Da chi restava a occhi chiusi battendo una tank drum (rimediata a porta palazzo) con delle bacchette di legno, a chi urlava e ballava come un forsennato, creando la propria melodia. In un qualche modo, il loop sembrava respirasse nelle voci dei passanti e nel caos tipico di un mercato, di solito relegato a rumore di fondo ma qui viva e pulsante armonia.

Il risultato è una take di quasi due ore, che narra come una fotografia sonora il mondo del mercato dei poeti, raccontata dalla viva voce di chi quella sera c’era e si è fermato al mio banco. La dimostrazione palpabile che ognuno di noi ha una vibrazione che è in armonia con tutte le altre, e che la collettività può che essere che un’immensa sinfonia collettiva. Tutto è suono, perciò tutto è musica.

Naturalmente una traccia musicale di due ore avrebbe stancato anche i più tenaci ascoltatori, perciò ho elaborato un mix audio di 14 minuti, con i best of della sessione: una donna che canta come se fosse una indiana d’america, un ragazzo che tira fuori una strofa maledettamente bella, un signore che si lancia in un assolo di musica araba, una ragazza che ferma la sua amica dal disturbarla perchè “sta suonando” e una ragazza che non si ricorda il mio nome. Insomma un’entropia che vi farà sorridere e viaggiare tra i vari mondi nascosti dietro le persone che incontrate tutti i giorni per strada.

Non nascondo che la voglia di ripetere l’esperimento è fortissima sia per vedere ancora le facce delle persone che non capivano cosa stesse succedendo, sia soprattutto per vedere cosa ne uscirà una prossima volta, chi incontrerò e soprattutto quale perla preziosa mi lascerà lì, a un paio di cuffie di distanza.

Grazie Mercato dei Poeti, ma soprattutto grazie a tutti i passanti: curiosi, folli, fantasiosi e sempre meravigliosi creatori e autori di questa sinfonia.


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